Omelia nella santa Messa per l’Unione dei Giuristi Cattolici di Sua Eccellenza il Vescovo Massimo Camisasca

Festa dell’Esaltazione della Santa Croce

Vescovado, 14 settembre 2020

Cari amici,

questa nostra celebrazione si svolge nella festa dell’Esaltazione della santa Croce, da essa vorrei trarre il primo insegnamento per l’anno che inizia e anche per voi che vivete a strettissimo contatto con le problematiche, talvolta anche feroci, della vita di oggi.

Croce vuol dire salvezza. Lo abbiamo sentito nelle parole del vangelo di Giovanni. Dio non è venuto per condannare il mondo ma per salvarlo, non per condannare gli uomini ma per salvarli (cfr. Gv 3. 17). Oggi la parola salvezza viene pronunciata spesso con molta superficialità. Il cammino verso la salvezza è un cammino verso Colui che ci attende a braccia aperte. Nello stesso tempo è un cammino verso Colui che ha un profondo rispetto della nostra libertà e della nostra storia personale. Perciò chiede alla nostra vita di essere liberamente e ragionevolmente incamminata verso di lui. In altre parole chiede un cammino di conversione. Come abbiamo appena ascoltato nel Libro dei Numeri, nel deserto il popolo si domandava perché Dio li mettesse così alla prova. Forse è la stessa domanda che ci siamo posti noi in questi mesi passati, durante il periodo difficile del Covid. Troppo sbrigativamente abbiamo risposto che Dio non c’entra con il Covid. Invece Dio c’entra con tutto, anche se Lui non è la causa del male. Egli si serve del male, come si è servito del tradimento di Israele nel deserto, per condurlo alla salvezza attraverso la conversione. 

La conversione, nell’Antico Testamento, passa sempre attraverso degli eventi scioccanti come in questo caso i morsi dei serpenti che uccidono moltissime persone del popolo. L’intervento di Dio scuote il cuore dell’uomo per aiutarlo a riconoscere dove sta il bene e dove sta il male.

Talvolta l’uomo è così profondamente dimentico del bene e attratto dal male che, senza una scossa, non si riprende. La croce è questa scossa, evento centrale della storia del mondo che potremmo guardare per ore e ore senza riuscire a penetrarlo. È un evento sempre nuovo, sempre sconvolgente, sempre superiore ad ogni possibile categoria umana. È l’evento di Dio che attrae il cuore dell’uomo. Talvolta, per aprire in lui la strada dell’attrazione, Dio interviene in un modo che sembra un intervento di morte. La croce di Cristo non è forse sembrata un intervento di morte? Eppure era un intervento di vita.

Attraverso l’obbedienza del Figlio tutta l’umanità ha cambiato il suo itinerario, anche se poi ciascuno deve percorrere personalmente il cammino di questo cambiamento.

Questo dunque il primo Il primo insegnamento che viene a noi dalla festa di oggi: la sapienza della croce è un cammino di cambiamento del cuore in cui ci apriamo alla rivelazione che Dio fa di se stesso e di noi. Nella persona di Gesù appare chi è Dio, ma anche chi è l’uomo.

Vorrei anche dire una parola sulla vostra professione. Tutti noi abbiamo la netta percezione di vivere su un terreno molto friabile. Nella storia dell’uomo ci sono stati cambiamenti epocali, come la nascita della scrittura e della stampa, per esempio. Noi viviamo nel tempo dello schermo, lo schermo dell’IPad e quello del computer, che tendono a sostituire la pagina del libro e la scrittura stessa, generando un grandissimo cambiamento di mentalità. Tanto più che questa rivoluzione è stata assunta da ideologie “decostruttive”: il potere, per poter imporsi, deve decostruire. È evidente che oggi si vuole decostruire l’uomo stesso, la sua coscienza, il bene e il male, la percezione del vero e del falso nel suo rapporto con la propria origine e il proprio fine. 

Il vostro lavoro intercetta quotidianamente questi temi. Non potete aiutare gli uomini e le donne se in questa “mobilità permanente” non riscoprirete ogni giorno un punto di consistenza che è proprio la sapienza della croce, cioè la manifestazione di Dio nella storia dell’uomo. Essa va ricompresa e rimeditata da voi ogni giorno, come l’asse portante della vostra vita e della vostra professione.

Il vostro è un lavoro difficile perché deve giudicare in un mondo in cui si dice che non ci deve più essere il giudizio; è una professione che deve valutare del bene e del male in un mondo in cui si dice che non c’è più né bene né male, o che bene e male possono essere stabiliti diversamente di giorno in giorno.

Voi siete chiamati a riscoprire chi è l’uomo, da dove viene, dove è indirizzato, quali sono le strade della sua realizzazione e della sua felicità. Il tema della felicità è un tema che spesso attraversa la professione di un avvocato. Persino il male, di cui siete spesso testimoni, lo si compie pensando di arraffare un po’ di felicità.

Mettetevi alla scuola di Cristo e della sapienza della croce per poter conoscere chi è l’uomo e che cosa può renderlo felice, per poter conoscere ciò che nell’uomo va in direzione contraria alla sua dissoluzione. Voi incrociate quotidianamente i problemi della dissoluzione delle famiglie, delle persone; venite in contatto con molti delitti e potete fare molto. Non si tratta di sostituire il compito dei predicatori, dei preti o dei padri spirituali. Con la vostra umanità dovete farvi compagni di strada degli uomini e delle donne, per aiutarli a trovare le vie per la guarigione delle loro ferite e anche per accogliere la necessità del pentimento.

Offro questa santa Messa per voi e per tutti i vostri fratelli e sorelle che con voi condividono la stessa professione. Il Signore vi dia forza e vi permetta ogni giorno di entrare nella sapienza della croce per poter essere compagni di strada autentici delle persone che vi sono affidate.

Amen.

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